aforismi

Raccogliamo in questa sezione alcune delle riflessioni, dei pensieri e degli aforismi di Raimondo Curci, datati ma non ordinati in maniera cronologica.

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13 settembre 2010
Per capire il nostro cervello bisogna imparare ad usare i piedi.

10 settembre 2010
La qualità delle merci, delle costruzioni, dei saperi, delle manifestazioni artistiche, dei viaggi, dell’abbigliamento, delle fonti genetiche nonché di un determinato albero genealogico, continuano ad essere un lusso per pochi eletti, un lusso riservato ai figli dell’alta e media borghesia, mentre alle masse popolari del proletariato è stato concesso un altro tipo di lusso, quello della quantità. Si tratta in realtà di un falso benessere, solo di un’abbuffata di mondezza. Ma per i democratici, ora almeno, rispetto al passato,  navighiamo nell’abbondanza. Devono però costoro spiegare questo: come mai le loro statistiche ci dicono che un ricco si ammala di meno rispetto ad un operaio? Ebbene, la risposta è situata proprio nella differenza tra qualità e quantità, cioè tra fibra sintetica e fibra naturale, tra cibo biologico e quello creato o adulterato con la chimica, tra gratificazione e umiliazione, tra possibilità e impossibilità.
I cosiddetti signori del pianeta Terra ci hanno dato con le loro leggi, l’illusione di vivere in un mondo reale ed egualitario, ma non è così. Loro sanno di esistere. La nostra vita irreale, invece, ci insegna che noi supponiamo di esistere…

8 settembre 2010
Se sul pianeta Terra c’è un tempo per la Luna, anche per l’uomo e la donna non poteva esserci una sola stagione coniugal-sentimentale. Purtroppo l’epoca in cui visse Gesù non era propizia per formulare altre ipotesi sull’argomento. La vita era ancora per la maggioranza delle persone terribilmente breve. La media non superava la soglia del quarantesimo anno, per cui non poteva egli ragionare diversamente. Ma se lui ci osserva dall’alto, da uomo saggio che fu e da severo naturalista, non potrà non riconoscere all’aspirante coppia la necessità di vivere una doppia stagione.

12 giugno 2009
Il magnifico ed astuto S. Agostino scrisse: “Il mondo è come un libro, e chi non viaggia legge solo una delle sue pagine”.
Ciò è vero in parte, perché non sempre il viaggiare è sinonimo di ulteriore saggezza, anzi, al contrario, spesso questa sorta di nuove invasioni barbariche, mascherate dietro una specie di vocabolo apparentemente neutro o asettico chiamato turismo e praticato in modo edonistico e consumistico, è in certi versi da considerare negativa. Girando o sostando in questo o in quel paese,  senza consultare almeno una pagina della storia di quei popoli, e quindi offendendo con l’evasione e l’indifferenza le radici culturali dei luoghi visitati, non si aggiunge alcun’altra pagina al cosiddetto libro del mondo e della vita.

Senza data
La famiglia deve essere un elemento di coesione non più di divisione.